Trombolisi preospedaliera con il Reteplase nei pazienti con infarto miocardico
Il Reteplase, un trombolitico, produce una più rapida riperfusione rispetto al tPA , permettendo ad un maggior numero di pazienti (15%) di raggiungere un flusso TIMI 3 a 90 minuti.
Il Reteplase presenta il vantaggio della semplicità di somministrazione che non richiede il calcolo del peso corporeo, permettendo in tal modo il facile utilizzo del farmaco anche in ambiente extra-ospedaliero.
Il Reteplase va somministrato in due boli a distanza di 30 minuti.
L’emivita del trombolitico è di 13-16 minuti.
Come per tutti i farmaci fibrinolitici la terapia con Reteplase può aumentare il rischio di sanguinamento, tra cui il sanguinamento intracranico.
Nei pazienti anziani la terapia con farmaci fibrinolitici può aumentare il rischio di ictus.
L’efficacia e la sicurezza del Reteplase è stata confermata in diversi studi clinici.
Nello studio GUSTO V, il Reteplase ha mostrato una bassa incidenza di emorragie intracraniche (0,59%) e di mortalità a 30 giorni (5,9%).
Sul Journal of American College Cardiology ( 2002 ; 40 : 71-77 ) è stato pubblicato lo studio ER-TIMI 19 ( Early Retavase – Thrombolysis In Myocardial Infarction ).
Hanno preso parte allo studio 315 pazienti con infarto miocardico acuto e sopraslivellamento ST ( STEMI ).
La somministrazione del Reteplase in ambiente pre-ospedaliero all’arrivo dell’autoambulanza ha permesso di accelerare la procedura di rivascolarizzazione con un risparmio di circa 32 minuti rispetto al tradizionale trattamento trombolitico ospedaliero ( Xagena 2002 )